martedì 2 luglio 2019

Canned Heat-Living the blues

La psichedelia prese ancora più piede nel loro seguente doppio album “Living the Blues”. Il secondo disco di questo set consisteva in un lunghissimo boogie dal vivo. Anche degno di nota fu Parthenogenesis, che consisteva in sperimentazioni musicali dei vari membri del gruppo. La maggior parte dei pezzi di Wilson, erano dei “raga” di armonica cromata o chromonica (chromatic harmonica raga) e raga d’arpa da bocca (jaw-harp raga): erano stati anche registrati dall’etichetta Takota di John Fahey qualche anno prima come parte di un album solo che non fu mai completato.
La canzone piú memorabile di “Living the Blues” è naturalmente quella che sarebbe diventato il piu’ grande successo del gruppo: Going Up the Country. Cantata da Wilson, e modellata secondo un disco che il songwriter texano Henry Thomas, registró verso la fine degli anni venti. Fu eseguito live dalla band durante il festival di Woodstock del 1969 e fu anche usato nella colonna sonora del film del festival. Oggi è spesso ricordata come l’inno, non ufficiale, di questo festival.

Tracce
Lato A
1.Pony Blues
2.My Mistake
3.Sandy's Blues
4.Goin' Up The Country
5.Walking By Myself
6.Boogie Music

Lato B
7.One Kind Favor
8.Parthenogenesis:
   I. Nebulosity
   II. Rollin' and Tumblin'
   III.Five Owls
   IV. Bear Wires
   V. Snooky Flowers
   VI. Sunflower Power (RMS Is Truth)
   VII. Raga Kafi
   VIII. Icebag
   IX. Childood's End


Lato C
1.Refried Boogie [Part I]
Lato D
2.Refried Boogie [Part II]

Boogie With Canned Heat

Nella storia del rock, i Canned Heat sono per lo piú conosciuti e ricordati per i loro successi come On the Road Again, Going Up the Country, Let’s Work Together (divenuti degli hits nelle Billboard charts) e Time Was.  Erano formati da due insaziabili collezionisti di LP, Alan Wilson e Bob Hite e la maggior parte del loro repertorio era influenzato dalla scena di quel blues rurale che esisteva prima della seconda Guerra mondiale. L’alto timbro vocale che Alan Wilson usó nei loro primi due successi On the Road Again e Going Up the Country, fu modellato su quello del bluesman del Mississippi, Skip James.
Alan Wilson nacque ad Arlington nel Massachussetts il 4 Luglio del 1943 da una famiglia di operai. I suoi interessi per la musica furono incoraggiati dalla sua famiglia e il suo inusuale talento fu subito chiaro. Lo si ricorda per aver un’intonazione perfetta ed un’abilitá sorprendente a imparare dei nuovi strumenti musicali in pochi giorni. Da adolescente, Wilson suonó il trombone in diversi gruppi della scuola superiore. Fuori da scuola formó un combo jazz chiamato The Crescent City Hot Five. Dopo la maturità frequentó l’Universitá di Boston per piú di un’anno e lì prese in considerazione di laurearsi in musica. Ma erano piu’ interessanti i locali folk di Cambridge, dove occasionalmente si esibivano anche gli artisti blues. Nel blues, il suo primo partner fu David Evans, adesso un professore di etnomusicologia a Memphis. I due iniziarono a suonare in una varietá di locali nell’aerea di Cambridge, con Evans al canto e Wilson alla chitarra e armonica. Il loro repertorio consisteva in vecchie canzoni blues di Tommy Johnson, Booker White e Robert Johnson (Blind Owl Wilson - Sloppy Drunk). Come nei Canned Heat, Wilson cantava solo occasionalmente ma stava gia’ sviluppando il suo stile vocale.
Nel 1964, Wilson incontró Booker “Bukka” White, che era appena stato riscoperto e faceva dei concerti nei locali folk di Cambridge. Parlando con White, Wilson venne a sapere che Son House, uno dei bluesman più seminali, era ancora vivo. I suoi amici della sua zona, Dick Waterman e Phil Spiro andarono con Nick Perls, un collezionista di dischi di New York a cercare House. Lo trovarono a New York nel Giugno del 1964. Probabilmente Alan Wilson aiutó Son House a imparare di nuovo delle parti di chitarra di vecchio blues dimenticate in anni ed anni in cui aveva trascurato la musica a causa dei suoi abusi d’alcool. Tra l’altro Wilson si può anche sentire sull’album “Father of the Delta Blues” di House. Nel Massachussets in quegli anni Wilson incontró anche altri bluesmen come Mississipi John Hurt, Robert Pete Williams e Skip James. Nel 1965, John Fahey fece un concerto a Cambrige e strinse amicizia con Alan Wilson. Fahey che aveva già registrato dei dischi in quegli anni, fu anche coinvolto nella riscoperta di Booker White e Skip James. In quel periodo, Fahey stava lavorando alla sua tesi per il master in Musicologia all’ UCLA, ma aveva dei problemi con la scrittura musicale. Wilson si propose d’aiutarlo in cambio di un passaggio a Los Angeles, ed una camera con pensione al loro arrivo.
In California, gli orizzonti personali e musicali di Wilson si espansero considerevolmente. Oltre a prendere dell’ LSD per la prima volta nella sua vita ed imparare a suonare il banjo a cinque corde, incontro’ Bob Hite, un uomo che avrebbe cambiato il corso della sua carriera. Bob Hite era suo coetaneo: nacque a Torrence, in California, il 26 Febbraio 1943. Con il suo migliore amico Claude McKee inizió a collezionare dischi. I due avrebbero finito per pubblicare una rivista di corta durata dedicata ai dischi R&B. Bob gestiva anche un negozio di dischi dove, un giorno, John Fahey porto’ il suo nuovo amico Alan Wilson. Hite e Wilson diventarono rapidamente amici. Tutti e due erano ossessionati dai dischi del primo blues rurale e Bob, che viveva ancora con la sua famiglia, gli trovó un posto dove poteva sentirsi il benvenuto e avere qualche pasto. Prese qualche lezione da Alan e in cambio gli permise di usare il suo materiale. Con John Fahey, Bob Hite e Alan Wilson formarono una jug band. Ma, quando Wilson espresse il suo interesse per la chitarra elettrica, Fahey, contrariato, lasciò perdere tutto. Alan Wilson trovó il suo chitarrista elettrico ideale in Henry Vestine di Takoma Park, Maryland. Vestine era un vecchio amico di Fahey ed anche lui era stato coinvolto nella riscoperta di Skip James. Stilisticamente, era stato influenzato da Albert King, BB King , Freddie King ed Albert Collins. Con il bassista Mark Andes e il batterista Frank Cook, il gruppo inizió a fare dei concerti come Canned Heat Blues Band. Incontrarono qualche difficolta fino all’incontro con i managers Skip Taylor e John Hartman, che gli assicurarono un contratto discografico con la Liberty Records. A questo punto, Mark Andes lasció il gruppo per raggiungere gli Spirit e fu sostituito da Larry Taylor, un eccelso bassista che aveva suonato professionalmente fin da adolescente. Il primo concerto importante fu il festival pop di Monterey nel 1967. Sul palco, Bob Hite era il frontman consistente della band, interagendo con il pubblico e facendo salire la temperatura della musica. Anche se, d’altra parte, il fulcro musicale rimaneva Wilson. La sua chitarra ritmica, che affondava le radici nel blues modale di Tommy Johnson, Charley Patton e John Lee Hooker era il perfetto supporto alla sfrontata e spigolosa chitarra solista di Henry Vestine. Wilson aveva anche creato gli arrangiamenti per il gruppo e si stava facendo conoscere anche per la sua armonica. Benchè cantasse solo occasionalmente, una volta sentito, il suo stile di tenore alto era indimenticabile ed infondeva una notevole inconfondibile qualitá al suono dei Canned Heat.

Il secondo album della band “Boogie With Canned Heat” si avventuró in territori piú originali quando i Canned Heat iniziarono a sviluppare il loro suono ed interpretazioni personali del blues tradizionale. Il loro suono fu rafforzato dal nuovo batterista, Adolfo Fito de la Parra, che aveva una vera passione per il blues. In “Boogie With Canned Heat” si fanno notare già dei connotati musicali psichedelici e una nuova e forte presenza della della chitarra principale. Questo disco include anche due canzoni cantate da Alan Wilson tra cui On the Road Again, che fu il primo successo del gruppo. Originalmente sul lato B di un 45 giri, On the Road Again inizio’ ad essere trasmessa dalle stazioni radio del Texas e fu ristampata dalla Liberty Records nel ato A di un’altro singolo. Per i Canned Heat, fu il trampolino per una celebrita’ tutta nuova. On the Road Again esemplifica il profondo interesse di Wilson per la musica classica indiana. In questo singolo, Wilson suona la tambura e sperimenta anche la veena. La natura modale della musica indiana era, alle sue orecchie, completamente compatibile con la tradizione pentatonica blues di Fred McDowell, John Lee Hooker e simili. Durante questo periodo, nel corso della campagna marketing per la loro immagine pubblica, il gruppo sceglie dei soprannomi. Wilson era gia’ stato soprannominato “Blind Owl” (la civetta cieca) da John Fahey, data la sua faccia rotonda e l’apparenza da scolaro combinata ad i suoi problemi di vista (anche se non era completamente cieco e vedeva abbastanza bene da essere capace di prendere una patente), Hite fu chiamato “The Bear” (l’orso) dato la sua enorme stazza, Henry Vestine diventó “The Sunflower” (Il girasole) perche’ quando era su scena la sua esile figura e i suoi lunghi capelli biondi suggerivano un girasole. Il bassista Larry Taylor divenne “The Mole” (la talpa) e il batterista Adolfo de la Parra divenne “Fito”.

Tracce
Lato A
1. Evil Woman
2. My Crime
3. On the Road Again
4. World in a Jug
5. Turpentine Moan
6. Whiskey Headed Woman No. 2
Lato B
1. Amphtamine Annie
2. An Owl Song
3. Marie Laveau
4. Fried Hockey Boogie

Formazione
Bob The Bear Hite - voce solista
Alan Blind Owl Wilson - chitarra rattle neck, voce, harp
Henry Sunflower Vestine - chitarra solista
Larry The Mole Taylor - basso
Adolfo Fito De La Parra - batteria

Musicisti aggiunti

Dr. John Creaux - arrangiamento dei fiati, pianoforte
Sunny Land Slim - pianoforte (brano: Turpentine Moan)



mercoledì 6 marzo 2019

Fairport Convention - Liege and Liefe

I Fairport Convention sono un gruppo folk rock inglese fondati da Simon Nicol, Richard Thompson, Ashley Hutchings e Shaun Frater. Iniziando come gruppo di cover di rock della West Coast, sviluppano presto un loro stile che mescola il rock con la musica tradizionale folk inglese, contendendosi il titolo di più grande folk rock band inglese con i Pentangle. Dopo numerosi cambi di formazione si sciolgono nel 1979 per riformarsi per un concerto nel 1985, da allora continuano a suonare e pubblicare dischi. In parte il continuo successo che ancora oggi hanno i Fairport Convention è dovuto all'annuale festival di Cropredy, nell'Oxfordshire, ora rinominato Fairport's Cropredy Convention e che riunisce ogni anno almeno 20.000 fan sin dal 1974. 
Alla fine degli anni Sessanta i Fairport Convention decisero di realizzare in Inghilterra un’operazione che era già stata compiuta con successo oltreoceano: la riscoperta delle origini attraverso la riedizione in chiave rock di alcuni traditionals, brani appartenenti al repertorio folkloristico. Iniziarono così a studiare l’immenso patrimonio anglosassone di ballads, raccolto negli anni da studiosi come Francis Child e Cecil Sharp. L’operazione, che ebbe anche una significativa eco commerciale, è tanto più interessante per la scelta del gruppo di utilizzare sia gli strumenti elettrici che quelli acustici. Se si pensa a band coeve come i Pentagle, prevalentemente acustici, si individua la novità del suono dei Fairport, costruito sopra un continuo intrecciarsi di fitti dialoghi tra chitarra elettrica e violino amplificato.
Il 1969 è l’anno della svolta. Liege and Lief, però, “nasce sotto le circostanze più infauste che si potessero immaginare”, come ricorda Joe Boyd, produttore del gruppo. A maggio muore in un incidente stradale il batterista Martin Lamble, gettando nello sconforto gli altri componenti, usciti illesi dallo schianto. Lentamente, però, il gruppo riprende i progetti interrotti, fino a pubblicare questo straordinario disco, uno dei punti più alti, se non il più alto, del revival folk elettrico degli anni Sessanta. A confezionare il piccolo gioiello sono Sandy Denny (voce), Ashley Hutchings (basso), Dave Mattacks (batteria), Dave Swarbrick (violino e viola) ed i due chitarristi Simon Nicol e Richard Thompson.
È un album dai colori pastello, nella grafica e nel suono, rifinito e quadrato come un buon prodotto artigianale. Le tracce sono otto, anche se nella recente riedizione della Island ne sono state aggiunte due, per la verità del tutto trascurabili. Si alternano composizioni originali, scritte dalla band (Come all Ye e Farewell, farewell), a traditionals arrangiati in chiave moderna; su tutti spicca Matty Groves, il capolavoro dell’album. É un'antica ballad, la cui origine si perde nella notte dei tempi, che narra del tradimento consumato dalla moglie di un nobile con il suo amante, di nome Matty Groves, conosciuto durante una cerimonia religiosa. La vicenda si conclude tragicamente, con la tremenda vendetta ordita dal marito di lei, che scopre gli amanti e li uccide. La musica si caratterizza per un ritmo ipnotico su cui svetta la voce imperiosa di Sandy Danny. Gli altri brani sono tutti di altissimo livello. Alcuni sembrano essere costruiti intorno alla voce della cantante, come Reynardine o la dolcissima Farewell, farewell. Altri sono invece il banco di prova della perizia tecnica della band; si ascolti in proposito il Medley, con un ritmo concitato e suadente retto da un violino indiavolato. C’è poi Tam Lin, una canzone che ricorda da vicino i coevi Jefferson Airplane, specialmente quelli più lisergici di After bathing at Baxter’s, con Sandy Danny che sembra fare il verso a Grace Slick.
Gli ascoltatori della radio della BBC l’hanno eletto miglior disco folk di tutti i tempi.   Al di là delle classifiche, che lasciano il tempo che trovano, è certamente un album intenso, di ricerca e grande perizia esecutiva, paragonabile forse soltanto a John Barleycorn must die dei Traffic, che seguirà di un anno.




Tracce:
 
Lato A
 1.    Come All Ye – 4:55 (Sandy Denny,  Ashley Hutchings) 
 2.    Reynardine – 4:33 (Tradizionale; arrangiamento  Fairport Convention) 
 3.    Matty Groves – 8:08 (Tradizionale; arrangiamento  Fairport Convention) 
 4.    Farewell, Farewell – 2:38 (Richard Thompson) 

Lato B

 1.    The Deserter – 4:10 (Tradizionale; arrangiamento  Fairport Convention) 
 2.    Medley – 4:00 (Tradizionale; arrangiamento  Fairport Convention) 
                             a) The Lark in the Morning
                             b) Rakish Paddy
                             c) Foxhunter's Jig
                             d) Toss the Feathers
3. Tam Lin – 7:20 (Tradizionale; arrangiamento  Dave Swarbrick) 
4. Crazy Man Michael – 4:35 (Richard Thompson, Dave Swarbrick) 

Formazione:

Sandy Denny - voce
Richard Thompson - chitarra
Simon Nicol - chitarre
Dave Swarbrick - violino, viola
Ashley Hutchings - basso
Dave Mattacks - batteria