sabato 24 gennaio 2015

Colosseum




I Colosseum sono un gruppo britannico di progressive rock e jazz-rock formatosi a Londra nel 1968.
Il gruppo si formò a Londra nel 1968 sotto la guida di John Hiseman. Gli altri membri della band originaria sono Dick Heckstall-Smith ( saxofono), Tony Reeves (basso), Dave Greenslade (organo, voce), Jim Roche (chitarra). Ma Roche registrò soltanto una traccia, prima di essere sostituito con James Litherland (chitarra e voce).
Fecero il loro debutto live a Newcastle upon Tyne e l'apparizione al programma radiofonico "Top Gear" di John Peel valse loro notevoli lodi della critica.
Il primo album, Those Who Are About to Die Salute You, fu pubblicato dalla Fontana Records nel 1969. Il secondo album, Valentyne Suite, uscì sempre nel 1969, prima pubblicazione per la Vertigo Records. Per la registrazione del terzo album, The Grass Is Greener (1970), Clem Clempson sostituì James Litherland. Fu poi la volta di Louis Cennamo a sostituire Tony Reeves al basso, ma a sua volta fu sostituito da Mark Clarke nel giro di un mese, qui Hiseman ingaggiò il cantante Chris Farlowe. Questa è quella che viene considerata la formazione definitiva dei Colosseum, che in parte aveva già registrato l'album Daughter of Time nel 1970.
Nel marzo 1971 la band registrò i suoi concerti al Big Apple di Brighton e alla Manchester University e proprio qui, impressionati dall'atmosfera dell'esibizione, vi tornarono cinque giorni dopo per un concerto gratuito.
Tutte queste registrazioni vennero poi pubblicate in un doppio album dal vivo nel 1971, con il titolo di Colosseum Live.
La band si sciolse pochi mesi dopo, nell'autunno del 1971.
Pochi mesi dopo lo scioglimento, John Hiseman fondò con Mark Clarke i Tempest, Dave Greenslade invece formò i Greenslade con Tony Reeves, Clem Clempson si unì agli Humble Pie, Chris Farlowe si unì agli Atomic Rooster e infine Dick Heckstall-Smith avviò una carriera da solista.
Nel 1975 Hiseman, sempre affiancato da Mark Clarke, riformò la band con il nome di Colosseum II, con una nuova formazione, composta dal chitarrista Gary Moore e dal tastierista Don Airey. I Colosseum II pubblicarono quattro album prima di sciogliersi nel 1978.
Il gruppo tornò a riunirsi nel 1994 in occasione della registrazione di un doppio album e DVD dal vivo a Colonia (Germania), con la stessa formazione presente nel terzo album americano The Grass Is Greener del 1970. Vennero ripubblicate anche versioni estese di Valentyne Suite e del Colosseum Live, e diverse compilation.
La moglie di Hiseman, la sassofonista Barbara Thompson, si unì occasionalmente alla band dopo la morte di Dick Heckstall-Smith nel 2004. Nel 2014 viene annunciata l'uscita di "Time on our side", sesto album della band dopo la reunion.
Valentyne Suite è il secondo album pubblicato dai Colosseum, nel 1969. È da molti considerato tra i primi dischi progressive per via della lunga suite che dà il titolo all'album.
Il disco si apre con "The Kettle", graffiante e nervosa, che si caratterizza per il grande lavoro di chitarra soprattutto negli assoli e dal ritornello particolarmente coinvolgente. La seguente "Elegy" è molto più jazzistica come approccio, guidata da un ottimo cantato e contraddistinta dai bellissimi assoli di sax di Dick Heckstall-Smith. "Butty's Blues" è psichedelica, molto emozionante, si regge quasi esclusivamente sulla sezione di fiati, fino all'arrivo del cantato di Litherland che ne arricchisce l'impostazione molto suadente e sognante.
Ma il vero motivo per il quale questo capolavoro sarà ricordato è la sua suite omonima, un'opera nell'opera. Credo non ci siano problemi a definirla capolavoro e che non sia assolutamente inferiore alle migliori suite del genere. "The Valentyne Suite" è divisa in tre atti. La suite si differenzia dal tutto il resto del disco per la sua struttura decisamente più progressiva, e va sicuramente ascoltata nella sua interezza e bellezza, tra momenti sognanti ed elettrici: più di dieci minuti assolutamente memorabili.


Formazione:
Dave Greenslade-tastiere
Dick Heckstall-Smith-sassofono
Jon Hiseman-batteria
James Litherland-chitarra, voce
Tony Reeves-basso


Tracce:

1. The Kettle (4:25)

2. Elegy (3:10)

3. Butty's Blues (6:44)

4. The Machine Demands A Sacrifice (3:52)

5. The Valentyne Suite:

    Theme One: January's Search (6:25)

    Theme Two: February's Valentyne (3:33)

    Theme Three: The Grass Is Always Greener (6:55)

 


















domenica 11 gennaio 2015

Pino Daniele

5 Gennaio 2015
Melodie mediterranee, , blues, funky, soul, erano davvero tanti i colori della musica di Pino Daniele, uno degli artisti che ha maggiormente contribuito ad innovare la scena musicale italiana, morto ieri a soli 60 anni. 
La sua storia discografica inizia nel 1977 con l'album Terra mia e si conclude nel 2012 con La grande madre. 23 album in studio, all'interno dei quali erano custoditi quei brani-capolavoro entrati a pieno titolo nella storia della grande musica italiana.
Ed è con uno di questi brani che vogliamo ricordarlo.

Grazie Pino













venerdì 9 gennaio 2015

Jimi Hendrix


Johnny Allen Hendrix (in seguito ribattezzato James Marshall) nasce a Seattle, stato di Washington, il 27 novembre del 1942 da padre afroamericano e madre di sangue indiano Cherokee. Autodidatta, si forma musicalmente sui dischi blues di Robert Johnson e B.B. King, Muddy Waters e Howlin’ Wolf. Alla fine degli anni ’50 milita nelle prime band giovanili, i Velvetones e i Rocking Kings; poi, nel 1961 si arruola come paracadutista nell’esercito degli Stati Uniti, e nella base di Fort Campbell (Kentucky) dove presta servizio fa amicizia con Billy Cox, un bassista con cui forma un altro gruppo musicale (i King Casuals). Si congeda a causa di  problemi alla schiena conseguenti ad un lancio col paracadute in cui aveva riportato la frattura di una caviglia.
Può dedicarsi così a tempo pieno alla coltivazione del suo straordinario e intuitivo talento musicale, si procura ingaggi come chitarrista ritmico per conto di nomi importanti (Sam Cooke, Isley Brothers, Ike and Tina Turner, Curtis Knight, Little Richard.
Nel 1965 forma la sua prima band professionale, Jimmy James and the Blue Flames, assumendo per la prima volta il ruolo di frontman e di chitarra solista. Con il nuovo gruppo si esibisce nei locali del Greenwich Village newyorkese e proprio in uno di questi, il Cafe Wha?, viene notato nel ‘66 da Chas Chandler, bassista degli Animals. Il musicista inglese decide di fargli da manager, gli fa firmare un contratto e lo convince a trasferirsi a Londra. E’ lui a cambiargli il nome d’arte in Jimi e a reclutargli come sezione ritmica  il batterista Mitch Mitchell e il bassista Noel Redding: nasce la Jimi Hendrix Experience. Dotato di un talento straordinario e di una fantasia senza limiti che lo porteranno a rivoluzionare lo stile, la tecnica e le possibilità della chitarra elettrica (soprattutto nell’uso del fuzz,  del feedback e distorsori), Jimi diventa in pochi mesi il nome più importante della scena musicale londinese grazie ad esibizioni poi divenute leggendarie. All’inizio del 1967 il primo singolo “Hey Joe” ne conferma la prorompente creatività, raggiungendo il numero 6 delle classifiche di vendita inglesi. Il 12 Maggio 1967  grazie a titoli come “Foxy lady”,   “Fire”, “Manic depression” e “Red house”, esce il primo album “Are You Experienced” che cambia per sempre orizzonti, prospettive e ambizioni della musica rock marcando uno dei punti più alti della stagione psichedelica; altrettanto incisivi ed epocali sono i singoli pubblicati nel periodo,  “Purple haze” e  “The wind cries Mary”. Nel giugno del ’67 fa scalpore al festival di Monterey, concludendo il suo travolgente show con una selvaggia esecuzione di “Wild thing”, durante la quale dà fuoco alla sua Fender Stratocaster. La performance desta enorme impressione nel pubblico e in chi ne rivedrà in seguito le immagini immortalate nel film documentario. Da quel momento Hendrix è una star anche in patria e sulla scena mondiale, applauditissimo in concerto, lodato per il coraggio e le idee innovative dei suoi dischi.
Il 1 Dicembre 1967 esce il secondo album: “Axis: Bold as Love” un disco in cui spicca la voglia di sperimentazione del musicista ben coadiuvato in studio da Eddie Kramer, ingegnere del suono di fiducia.
L’anno successivo, il 16 Settembre 1968,
il terzo album, il doppio Electric Ladyland(nome ricavato dagli studi di registrazione, Electric Lady, che il musicista si nel frattempo costruito, non con poca fatica, a New York) un altro capolavoro, in cui spiccano il blues rivoluzionario di Woodoo Chilee la magnifica cover di un brano di Dylan, All along the watchtower Qui iniziano i primi dissidi con Noel Redding, che nel 1969 lascia la band.
Forma un nuovo gruppo, i Gypsy Sun & Rainbows con Mitch Mitchell e Billy Cox, con cui si esibisce nell’agosto del 1969 aWoodstock, ancora una volta le immagini del film omonimo e la stravolta versione dell’inno americano “Star-spangled banner” ne fanno il simbolo di una intera generazione alla disperata ricerca di ideali alternativi e contraria alla guerra del Vietnam. Ma anche quell’avventura dura poco, Jimi  all’inseguimento di un nuovo ideale di musica che sta prendendo forma nella sua mente, torna alla formula del trio con la Band of Gypsys, insieme a Cox  e al batterista Buddy Miles. Dalle loro esibizioni del 31 dicembre 1969 e del 1° gennaio 1970 al Fillmore East di New York viene ricavato un omonimo album live pubblicato nel 1970. Nei mesi successivi resuscita gli Experience, ancora con Mitchell ma con Cox al posto di Redding, ma proprio mentre il trio sta lavorando a un ipotetico nuovo album doppio dal titolo provvisorio di “First days of the new rising sun”, il 18 settembre del 1970 Hendrix muore nella sua stanza d’albergo a Londra, solo tre settimane prima aveva tenuto un concerto al Festival dell’Isola di Wight.
Dal successo del suo primo album, la sua carriera è durata solo tre anni, tre anni che sono comunque bastati a cambiare per sempre il mondo della musica in tutti i suoi aspetti e a farlo entrare nella storia, nella leggenda.
Grazie indimenticabile Jimi


Are You Experienced è l'album di debutto della "The Jimi Hendrix Experience". L'album fin dalla sua pubblicazione si rivela un successo commerciale e di critica, raggiungendo il secondo posto nella classifica del Regno Unito. Viene spesso considerato uno dei migliori album di debutto della storia del Rock.

La band inizia a lavorare all'album il 26 ottobre del 1966 e lo finirà il 3 aprile del 1967, pubblicandolo con l'etichetta della Track Records, fu prodotto da Chas Chandler con l'ausilio del tecnico degli Olympic Studios, Eddie Kramer e con gli ingegneri del suono Dave Siddle ai De Lane Lea Studios e Mike Ross ai CBS studios. Durante l'inverno del 1966-1967 il gruppo intraprese un tour come band di supporto ai fratelli Walker, nel Regno Unito, e poi si esibirono in concerti nell'Europa nord-occidentale, facendo anche delle apparizioni TV. Questo contribui molto a far conoscere il gruppo e poi per la successiva pubblicazione dell'album.

La copertina originale pubblicata dalla Track Records è una foto del gruppo scattata da Bruce Flaming. Questa copertina venne utilizzata anche dalla Polydor Records per pubblicare l'album in Italia, Germania e Spagna. In Francia l'album fu pubblicato dalla Barclay Records, la quale scelse come copertina un'immagine raffigurante Jimi Hendrix mentre si esibiva dal vivo in uno show televisivo francese. La versione americana e canadese, pubblicata dalla Reprise Records, era completamente diversa da quella britannica ed europea, infatti venne utilizzata una foto scattata al gruppo dal fotografo Karl Ferris. La foto leggermente deformata e presenta una grafica molto psichedelica.

Pubblicato nel Regno Unito nel maggio 1967 senza l'inclusione dei tre singoli precedenti, come era normale fare allora in Inghilterra, il disco riscosse subito un notevole successo di pubblico e critica piazzandosi al secondo posto dietro ai Beatles nella classifica britannica, restando nella chat per ben otto mesi. In America l'album fu pubblicato dopo l'esibizione del gruppo al Monterey Pop Festival dove Jimi bruciò la sua Fender Stratocaster. La Reprise Records decise di pubblicare l'album cambiando l'ordine originale delle tracce e inserendo i singoli del gruppo che nell'album originale non erano presenti. La pubblicazione avvenne il 23 agosto 1967. Nel 1993 Alan Douglas produsse un'edizione del disco nel quale i primi sei brani erano i primi singoli pubblicati dal gruppo in ordine di pubblicazione, e poi a seguire le altre tracce nell'ordine originale dell'album britannico. Nel 1997 l'album venne rimasterizzato ed inseriti i singoli come tracce bonus.

L'album si aggiudica 1 disco d'oro e 4 dischi di platino. Nel 1987 la rivista statunitense Rolling Stone al suo ventesimo anniversario inserisce l'album al quinto posto nella classifica dei migliori album dei ultimi vent'anni, e poi nel 2003 la versione americana dell'album viene inserita al quindicesimo posto nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi.



 

 Versione UK
Tracce:
1.Foxey Lady
2.Manic Depression
3.Red House
4.Can You See Me
5.Love Or Confusion
6.I Don't Live Today
7.May This Be Love
8.Fire
9.Third Stone From The Sun
10.Remember
11.Are You Experienced?
 












  









Versione USA
Tracce:
1. Purple Haze
2. Manic Depression
3. Hey Joe
4. Love Or Confusion
5. May This Be Love
6. I Don't Live Today
7. The Wind Cries Mary
8. Fire
9. Third Stone From The Sun
10. Foxey Lady
11. Are You Experienced?









































domenica 4 gennaio 2015

Joe Cocker-Mad Dogs & Englishmen

Joe Cocker, all'anagrafe John Robert Cocker (Sheffield, 20 maggio 1944 – Crawford, 22 dicembre 2014), è stato un cantante britannico.

Inizia la sua carriera musicale nella sua città natale, all'età di 15 anni; la sua prima band è gli Avengers (con il nome di Vance Arnold), seguita dai Big Blues (1963), e infine The Grease Band (1966). Il suo primo singolo è la cover dei Beatles I'll Cry Instead, dall'album A Hard Day's Night.

Dopo un qualche successo in Gran Bretagna con il singolo Marjorine, la sua fama scoppia con la sua versione di With a Little Help from My Friends, un'altra cover beatlesiana stavolta dall'album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band. Questa versione, con Jimmy Page alla chitarra solista, diviene prima nelle classifiche inglesi per una settimana nel novembre 1968.

Nel 1969 canta a Woodstock, e la sua interpretazione del brano di Leon Russell Delta Lady è un nuovo successo. Continua la sua serie di cover dei Beatles nel 1970 con una versione di She Came In Through the Bathroom Window dall'album Abbey Road. Mentre il suo successo in Gran Bretagna comincia a scemare, entra nelle classifiche statunitensi con Cry Me a River e Feelin' Alright; nel 1970, la sua versione live di The Letter dei Box Tops, che appare nell'album dal vivo Mad Dogs & Englishmen, è il primo hit che raggiunge la Top Ten USA.

Nel 1969 appare all'Ed Sullivan Show. La sua interpretazione ha spesso un'intensità fisica, spesso presa in giro da John Belushi nei suoi spettacoli: al Saturday Night Live ci fu anche un duetto improvvisato tra di loro, in una puntata in cui Cocker era ospite.

All'inizio degli anni settanta la sua carriera si blocca per una serie di problemi soprattutto legati all'abuso di alcol; Cocker ritorna però prepotentemente a scalare le classifiche nella seconda metà degli anni ottanta, con la sua versione di You Can Leave Your Hat On, scritta da Randy Newman, dal film 9 settimane e ½. È di inizio decennio però il duetto Up Where We Belong, (brano scritto da Buffy Sainte-Marie e Will Jennings) e cantato con Jennifer Warnes dal film Ufficiale e gentiluomo; Oscar per la miglior canzone); più in là nel tempo arriveranno Unchain My Heart, When the Night Comes, N'oubliez jamais e un duetto con Eros Ramazzotti realizzato nel 1998, That's All I Need to Know, inserito nell'album live Eros live di Eros.

Cocker ha inciso un nuovo album Hard Knocks in uscita il 5 ottobre 2010. Il disco, il primo di inediti dopo otto anni, è prodotto da Matt Serletic, già al lavoro con Carlos Santana e Matchbox Twenty. L'interprete inglese lo ha presentato il 14 novembre 2010 al Palasharp di Milano, durante l'unica tappa italiana del suo tour europeo autunnale. Cocker e Serletic tornano a lavorare insieme due anni dopo: viene infatti pubblicato il 6 novembre 2012, Fire It Up, il nuovo disco del cantante di Sheffield. All'album segue un tour mondiale che durerà tutto il 2013.

Muore il 22 dicembre 2014 nel suo ranch a Crawford, in Colorado (USA) dopo una lunga battaglia per un cancro ai polmoni.

Thanks for your music Joe.

Joe Cocker-Mad Dogs & Englishmen

Nei primi mesi del 1970, fare concerti in giro per il mondo era l'ultimo dei pensieri di Joe Cocker. Dopo due anni intensi di vita on the road, il cantante di Sheffield era intenzionato a staccare la spina per un po' di tempo, ritirandosi in Jamaica a riposare, divertirsi e meditare sulla direzione musicale da intraprendere in futuro. La vacanza però durò poco, infatti fu richiamato al lavoro dal suo produttore e mentore Danny Cordell, in quanto era già stato programmato un tour negli Stati Uniti e, se si fosse rifiutato di parteciparvi, sarebbe andato incontro a gravosi problemi con la casa discografica (in poche parole, non avrebbe mai più fatto una tournee americana).
Preso atto di ciò, Cocker prese il primo volo per Los Angeles dove contattò l'amico e musicista Leon Russel, che aveva già partecipato alle registrazioni del suo album precedente alcuni mesi prima, pregandolo di dargli una mano a formare una nuova band con la quale iniziare i concerti (infatti Cocker alcuni mesi prima aveva sciolto la sua precedente band, la "Grease Band"). Russel, entusiasta all'idea, contattò subito vari musicisti e nel giro di pochi giorni mise insieme un gruppo eccezionale, con addirittura tre batteristi quali Jim Keltner, Chuck Blackwell e Jim Gordon (ottimo batterista, già con Delaney & Bonnie, poi Dominos con Clapton, Traffic ecc, fino a quando a metà anni '80 uccise la madre che secondo lui "attirava presenze maligne" e fu arrestato), una sezione di fiati composta da Bobby Keys (migliore amico di Keith Richards e sassofonista quasi ufficiale degli Stones) e Jim Price, ed un folto gruppo di coristi, lo "Space Choir", tra i quali Claudia Lennear e Rita Coolidge, la quale ebbe una breve relazione con lo stesso Cocker e fu chiamata "Delta Lady" (infatti l'omonima canzone è dedicata a lei). A completare la formazione Carl Radle al basso (anche lui Delaney & Bonnie e poi con Clapton), Chris Stainton al piano e Don Preston alle chitarre.
A causa degli impegni incombenti, il gruppo enorme di musicisti, denominati "Mad Dogs & Englishmen" da una canzone del commediografo e attore inglese Noel Coward, si trovarono a provare la scaletta in fretta e furia; quattro giorni di prove intense, dodici ore al giorno, nei quali registrarono anche il singolo "The Letter/Space Captain", disco di grande successo commerciale. I concerti iniziarono a Detroit, dove furono accolti in maniera entusiasta dal pubblico americano, che apprezzava molto lo spettacolo della band, intenso e coinvolgente come non mai. Le registrazioni di questo live/film furono prese dalle date del 27 e 28 marzo al Fillmore East di New York, storico locale della città, teatro di grandi eventi musicali quali i concerti dei più grandi di sempre, dagli Allman a Jimi Hendrix.
Il repertorio era basato su cover di grandi classici rock, soul e R'n B, ma quasi completamente modificati negli arrangiamenti e nell'interpretazione dalla band, in alcuni casi addirittura rivitalizzati; basti pensare all' ottima "Honky Tonk Women" degli Stones, che prese nuova vita con un arrangiamento R'nB eccezionale, o la celeberrima "She Came In Thru The Bathroom Window", canzone presente nel "Sergente Pepper" dei Beatles, che fu migliorata dal lavoro dei musicisti, diventando una delle canzoni più amate dai fan del cantante inglese. Da sottolineare la meravigliosa versione di "Bird On a Wire" di Leonard Cohen; inizia con un ottima introduzione soul di Russel al pianoforte, una delicata e sognante ballata dove la voce roca ma allo stesso tempo dolce di Cocker risulta sussurata all'inizio, per poi esplodere nel ritornello, sostenuta egregiamente dallo "Space Choir". Una canzone da brividi, come la successiva "Cry Me a River", tradizionale brano gospel riarrangiato dal gruppo, o l'energica e divertente " Feelin' Allright", cavallo di battaglia di tutta una carriera. A dare un po' di riposo a Cocker, "Superstar", interpretata dalla grande voce di Rita Coolidge, e due brani composti e cantati dallo stesso Leon, quali "Hummingbird" e "Dixie Lullaby". Toccante il "Blue Medley" composto dai brani soul "I'll Drown My Own Tears", "When Something Is Wrong With My Baby" e "I've Been Loving You Too Long" di Otis Redding, dove Cocker sembra toccare con la sua voce il cielo.
l tour proseguì con grande successo, ma ben presto droga, alcol e personalità molto forti e diverse minarono la serenità della band e l'ultima data a San Bernardino fu quasi come una liberazione dal "mostro" (come definito da Cocker) che si era creato. Stanco, sfiduciato e demoralizzato dalla piega degli eventi, Cocker ci mise almeno un paio d'anni a riprendersi dallo stato di depressione che lo aveva stretto come una morsa; i concerti furono un trionfo, ma pagato a caro prezzo. Il live fu pubblicato ad agosto, arrivando al numero 2 in america, un grande risultato, un grande spettacolo, forse l'apice del successo per il cantante inglese.